Monitoraggio polveri sottili

Classe 3^Aba a.s. 2022/2023

Durante tutto l’anno scolastico 2022/2023 la classe 3^Aba dell’Istituto di Istruzione Superiore Galilei di Jesi si è occupata del monitoraggio delle polveri sottili presenti nel giardino scolastico.

CHE COSA SONO LE PM10?

L’acronimo PM deriva dal termine inglese “Particulate Matter”(materiale particolato) e viene utilizzato per indicare le polveri sottili, ovvero l’insieme di particelle microscopiche, solide e liquide, di diversa natura e composizione chimica, che si trovano in sospensione nell’aria che respiriamo. A seconda della loro dimensione si distinguono PM10, PM2.5 e PM1, dove il numero dopo la sigla PM sta ad indicare il diametro della particella in micron (µm).

Di nostro interesse sono, però, solo le polveri PM10.

Queste possono avere origine naturale (tempeste di sabbia, emissioni vulcaniche, combustioni…), origine antropica (industrie, centrali termiche, impianti di riscaldamento…) o generarsi attraverso reazioni chimiche fra altre specie inquinanti  già esistenti in atmosfera. È importante monitorare queste polveri perché alla loro superficie possono aderire numerose sostanze chimiche come metalli e microrganismi, causando effetti dannosi sulla salute della popolazione esposta. La nocività delle polveri sottili dipende dalle loro dimensioni, in quanto è in base a queste che esse riescono o meno a colpire le diverse parti dell’apparato respiratorio: le polveri PM10, ad esempio, sono in grado di raggiungere la gola e la trachea passando per il naso; senz’altro più dannose sono, però, le polveri PM2.5, poiché riescono ad arrivare negli alveoli polmonari e ad entrare in contatto con il sangue, veicolando quindi metalli o malattie.

Data la pericolosità delle polveri sottili, la comunità scientifica ha predisposto un limite entro il quale non si dovrebbero manifestare casi di problemi respiratori. In Italia il parametro della valutazione di PM10 è la media giornaliera: secondo il D.Lgs. 155/2010 questo limite è pari a 50 µg/mc, da non superare più di 35 volte per anno civile. Nello stesso decreto viene anche stabilito un limite annuale fissato a 40 µg/mc come media annua.

COME MONITORARE LE PM10?

Per monitorare le polveri PM10 la scuola si è dotata di una macchina per il relativo campionamento. La macchina aspira continuamente aria ad una velocità di 1,25 m/s per un volume di 38,3 L/min, proprio come farebbe un essere umano, per rendere più veritiera possibile l’analisi. La macchina aspira le polveri rilevate nell’aria e le deposita in un filtro, precedentemente essiccato e poi pesato, costituito da microfibra in vetro.

Tale filtro, inserito nel portafiltro della macchina dove rimane per 24 ore, viene poi nuovamente essiccato e ripesato, in quanto è proprio sulla base della differenza fra le due pesate che si può ricavare la quantità reale di polveri presenti nell’aria.

Oltre a raccogliere le polveri, la macchina immagazzina le informazioni necessarie per poter calcolare la concentrazione delle PM10, ossia la temperatura e la pressione atmosferica, l’umidità e la quantità di aria filtrata.

I dati rilevati vengono poi elaborati ed in seguito confrontati con quelli campionati dalla centralina ARPAM (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Marche), posizionata sempre a Jesi lungo il Viale della Vittoria.

Dal confronto si evince che i dati della centralina ARPAM sono  mediamente più alti dei dati da noi raccolti (come si può notare nel grafico sottostante); probabilmente ciò dipende dalla collocazione della centralina ARPAM che si trova in prossimità della sede stradale e, quindi, è maggiormente esposta al traffico veicolare (e di conseguenza ad inquinamento) rispetto a quella della nostra scuola.

Di seguito vengono riportati i dati raccolti dal nostro Istituto durante il monitoraggio delle PM10 nel periodo ottobre 2022-maggio 2023, organizzati poi in un grafico insieme a quelli raccolti dall’ARPAM nello stesso periodo e posti a confronto con la soglia di sbarramento consentita per legge.

Documenti

Articolo PM10 2022-23

pdf - 349 kb

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