C’è tempo fino a domani per visitare la mostra fotografica “Through our eyes”

La mostra fotografica “Through our eyes” (attraverso i nostri occhi), allestita da studenti e dai volontari dell’organizzazione “Still I Rise”

Rimarrà in allestimento fino a domani, martedì 28 febbraio, la mostra fotografica “Through our eyes”, inaugurata il 4 febbraio scorso ed allestita nell’atrio dell’Istituto di Istruzione Superiore Galilei di Jesi da studenti del biennio bio, del triennio sia les che bio, e da alcuni volontari dell’Organizzazione internazionale indipendente e no profit “Still I Rise”, fondata nel 2018 dallo scrittore Nicolò Govoni per assicurare a minori profughi e vulnerabili, istruzione, protezione e dignità tramite la costruzione di centri educativi.

Il primo di questi è sorto a Samos, in Grecia. Qui bambini denutriti e in scarse condizioni igieniche vivevano in tende nel bosco o in soffocanti container. A Mazì i volontari di “Still I Rise” hanno creato un’oasi, uno spazio sicuro e lontano dalle condizioni disumane del campo, un centro educativo a tempo pieno dove curare traumi ed usufruire di lezioni d’inglese, matematica, sport e arte, come la fotografia.

Le Scuole Internazionali di “Still I Rise” offrono gratuitamente a minori profughi e vulnerabili un’istruzione di alto livello con un Baccalaureato la cui validità è riconosciuta a livello internazionale. Attualmente una di queste strutture si trova a Nairobi; entro il 2023 ne sorgerà un’altra a Bogotà ed entro il 2024 anche in una località non ancora precisata dell’Italia. Si prevede che entro il 2025 pure l’India si doterà di una di queste scuole internazionali, in quanto Govoni ha ricevuto recentemente a Bombay il Premio Madre Teresa di Calcutta. Del resto tutta la sua carriera di volontario era cominciata proprio in India, dove è vissuto per quattro anni, scrivendo due libri, Bianco come Dio e Uno.

Le foto esposte nella mostra “Through our eyes” sono quelle realizzate dagli studenti delle scuole di “Still I Rise” di Samos, Nairobi e del nord-ovest della Siria per denunciare la vita nel campo profughi e le conseguenze drammatiche della guerra. Nel novembre del 2020 le foto scattate a Samos sono state riunite in un libro di Nicolò Govoni – curato da Nicoletta Novara ed edito dalla BUR (Rizzoli) – che ha dato vita a molteplici percorsi didattici in tantissime scuole italiane, sostenendo contemporaneamente la scuola creata da Still I Rise nel nord-ovest della Siria. Nell’ottica della collaborazione interdisciplinare tra colleghi e della promozione della cittadinanza attiva, diversi insegnanti del Galilei hanno partecipato a vario titolo al progetto.

«Il mio sogno – ha rivelato la professoressa Claudia Cantamessa – sarebbe quello di fare del Galilei uno sportello permanente di “Still I Rise”, così come all’I.I.S. Marconi esiste uno spazio fisso per l’Associazione Libera. Nel frattempo, i primi frutti già si stanno vedendo: alcuni studenti hanno deciso di mettersi in gioco di persona diventando volontari di “Still I Rise”. Sto invitando colleghe di altre scuole a visitare la mostra in cui farò da Cicerone per far conoscere l’associazione il più possibile. Di per sé l’esposizione non è aperta al grande pubblico, ma possiamo estendere l’invito contattando altri istituti. Intanto gli studenti in visita stanno lasciando post–it con commenti anche in inglese. In questo modo riflettono su quanto sono fortunati perché possono andare a scuola, che per molti coetanei di zone martoriate del mondo rappresenta la salvezza. “School saves lifes” è del resto uno degli slogan di “Still I Rise”».

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