S. Francesco e Federico II fautori di pace

Il regista Paolo Bianchini a Jesi per lo “Stupor Mundi Fest”

La proiezione per le scuole del film “Il giorno, la notte. Poi l’alba – Francesco d’Assisi, Federico II e l’idea di un nuovo mondo possibile”, del regista e ambasciatore Unicef Paolo Bianchini ha aperto, il 1° giugno, all’Hotel Federico II d Jesi, lo “Stupor Mundi Fest – arte, fumetti, cinema, spettacolo”. La due giorni densa di eventi culturali è stata organizzata dalla Fondazione Federico II di Jesi, che da trentasei anni si occupa con molta passione della valorizzazione del grande Svevo.  Presente la consigliera della regione Marche Lindita Elezi, che grazie ad un emendamento al bilancio regionale è riuscita a garantire l’appoggio finanziario alla manifestazione. Paolo Bianchini è stato accompagnato dalla moglie Paola Rota, assieme alla quale ha fondato nel 2002 la società di produzione cinematografica Alveare, che realizza film in parallelo con attività sociali e di diffusione della cultura dell’audiovisivo, svolta soprattutto nelle scuole. Il film, risalente al 2008, fu completamente autofinanziato e realizzato grazie alla collaborazione di studenti, associazioni di anziani, persone diversamente abili ed ex detenuti. Gli eventuali incassi sono devoluti all’Unicef e alla Tavola della Pace. Ed è proprio un disperato quanto attuale  appello alla tolleranza e alla pace tra i popoli il messaggio centrale del film. Il regista prese spunto dalla notizia del ritrovamento, nel castello svevo costruito a Bari da Ruggero II, nonno del “Puer Apuliae”, di una lapide che attestava un incontro tra S. Francesco d’Assisi e Federico II. Il Santo tornava incolume da un viaggio in Terrasanta in cui aveva tentato di fermare il bagno di sangue della quinta crociata. Si era incontrato con Malik al-Kamil, respingendo i regali offerti dal sultano. L’imperatore invece era alle prese, controvoglia, con i preparativi della successiva crociata, che concluderà in modo diplomatico ed incruento, riuscendo ad ottenere terre e concessioni straordinarie. Federico II, infatti, era stato educato già dal nonno Ruggero II alla pacifica convivenza tra le culture del Mediterraneo. In Sicilia il canto dei muezzin e il suono delle campane si intrecciavano in armonia. Non a caso, nel film viene adoperata una musica derivata dalla fusione di due canti originali, uno arabo ed uno israeliano. “La vita sul pianeta nasce dall’armonia che dovremmo ricreare intorno a noi.  – ha dichiarato Bianchini – Gli animali, una volta sazi, lasciano in pace altre prede. Noi no, ci autodistruggiamo inseguendo il profitto e la ricchezza.” Il regista ritorna più volte a girare scene nella bottega del fabbro Ahmed, alle prese con la costruzione delle spade da usare per l’ennesima “guerra santa”, compresa l’arma per Federico II, mai soddisfatto perché non vuole che sia facile da maneggiare, ma pesante: “La mia spada – dichiara – la voglio trascinare con il suo peso che non sarà mai tanto grande come quello che brandisce la mia anima. La mia spada la voglio trascinare come una croce in Terrasanta”. Tra gli oltre 370 alunni di scuole secondarie di primo e secondo grado che hanno assiepato la sala, anche quelli della III A les dell’I.I.S. Galilei di Jesi, accompagnati dalla prof.ssa Monica Ferretti. Al termine della proiezione il regista ha così commentato e spiegato: “Che ne sappiamo noi se l’incontro tra il Santo e l’imperatore si sia verificato effettivamente… Un incontro non deve necessariamente essere fisico.[…] Ogni essere vivente è unico. Dobbiamo gioire della vita sul pianeta. Il film è disseminato di queste suggestioni. Dall’incontro con l’altro nascono tante energie positive. – e ha aggiunto a proposito del suo film – I trenta studenti di due scuole che hanno collaborato a realizzarlo, si sono occupati sia dell’arredamento che dei costumi, per i quali hanno utilizzato cento lenzuola di una dismessa caserma dei carabinieri. Guidati da una professoressa di storia dell’arte, hanno usato, per la colorazione, tinture vegetali fissate con il sale.”

Il sogno di Paolo Bianchini è quello di creare una bottega di cinema proprio a Jesi, dove anni fa aveva progettato di girare, con la Rai, una trilogia su Ruggero II, Costanza di Altavilla e Federico II. Ora rinnova l’appello. È già uscito il bando del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il prossimo appuntamento con Bianchini è per il 21 settembre, Giornata internazionale della pace, quando la Rai presenterà la sua ultima opera, la “Storia del violino di Paganini”, un film-documentario contro le armi, la guerra e tutto ciò che uccide la vita. “Il primo suono che sentiamo è il battito del cuore materno, che è come un metronomo. Noi siamo fatti di musica, un linguaggio universale” – ha affermato, invitando i presenti a vedere su Rai Play due film prodotti dall’Alveare Cinema con studenti dell’I.I.S. “D. Bramante” di Roma.  Il primo, “Frammenti, è stato ispirato ai loro viaggi per arrivare a scuola. Il secondo, “Qualcos’altro che ancora non c’è”, è nato invece nel periodo del Covid ed è stato girato nelle stanze dei ragazzi in isolamento. Ma i tempi difficili non sono finiti. Purtroppo di fronte ad una guerra che a Gaza ha già mietuto quarantamila vittime e ad un imperatore che più di ottocento anni fa riusciva ad istaurare rapporti pacifici e di reciproco scambio culturale con l’Oriente, viene da chiedersi se il vero Medioevo, nella sua accezione più negativa, non sia quello che stiamo vivendo.

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