Un patrimonio librario da valorizzare

Gruppo lettura dell’I.I.S. Galilei in visita alla Fondazione Rosellini

Sabato 12 aprile gli studenti del gruppo lettura pomeridiano dell’I.I.S. Galilei di Jesi si sono recati a Senigallia per visitare la Fondazione Rosellini per la Letteratura Popolare, un istituto privato senza scopo di lucro, nato nel 1997, che custodisce un patrimonio librario specializzato di circa ottantamila volumi, non disponibili al prestito, ma solo alla consultazione, un unicum nel panorama italiano per completezza. Basti pensare alla presenza di “La strana morte del Signor Benson” di S.S. Van Dine, primo volume del 1929 della collana di gialli Mondadori. Gli studenti sono stati accolti dal dott. Alberto Terenzi, presidente della Rosellini, nella “camera argento”, dedicata alla fantascienza. Marco Pettinari e Tosca Cantarini hanno poi guidato i presenti nelle varie stanze dedicate alla letteratura per ragazzi, al fantasy, all’horror, all’avventura, al rosa e al giallo, con la ricostruzione dello studio di Sherlock Holmes, arredato con tappeto persiano e poltrona vittoriana. La raccolta, riconosciuta di interesse storico con Decreto del Dirigente del Servizio attività e beni culturali, include collane complete e anche moltissimi fumetti. Il nucleo librario originario è stato donato da un ex magistrato, Adriano Rosellini, appassionato collezionista di gialli che sta fornendo indicazioni per la catalogazione. Attualmente la sede, costituita da ex case popolari, si trova in fase di allestimento e avrebbe bisogno di più volontari. Non ne è necessariamente richiesta la presenza: ad esempio, sarebbe necessario gestire il sito internet della Fondazione, che si occupa anche di sue pubblicazioni di alto profilo, di seminari, convegni, workshop e progetti in collaborazione con giovani. La Rosellini è inoltre partner del Festival “Ventimilarighesottoimari” in giallo, organizzato a fine agosto. Ha fatto seguito una breve visita al Museo Diocesano di Senigallia per ammirare la Madonna del Rosario del “principe della Controriforma”, Federico Barocci. Nel quadro la Vergine, sospesa in un cielo luminoso affollato di putti e cherubini, si rivolge a San Domenico in estasi. Sullo sfondo di un paesaggio tenebroso, allusivo ai comportamenti immorali dell’uomo, sono riconoscibili i torricini del palazzo Ducale di Urbino, che costituiscono la firma distintiva dell’artista, riferimento alle sue origini.

Foto e servizio di Cristina Franco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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