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L’I.I.S. Galilei di Jesi non poteva mancare all’appuntamento con le Giornate Fai di Primavera ed il progetto “Apprendisti Ciceroni”, che il 23 marzo ha permesso anche ad otto studenti della IV C les di cimentarsi come guide al palazzo Carotti – Honorati, definito secoli fa da un anonimo come la più bella residenza nobiliare di Jesi. Lascia davvero stupefatti la fastosa decorazione barocca dei soffitti di sale e saloni che si snodano numerosi attorno al cortile e allo scalone monumentale dell’edificio. Il suo nucleo originario del 1601, acquistato in prossimità di piazza San Floriano, oggi piazza Federico II, venne con il tempo allargandosi, inglobando anche il torrione delle mura medievali che si affaccia sulla chiesa di San Marco. Ampliamenti e rimaneggiamenti si susseguirono fino al XIX secolo; nel 1930 il conte Francesco Carotti cederà il palazzo al comune di Jesi, che fino al 2013 lo ha adibito a tribunale. La famiglia Honorati, di origini lombarde, grazie ad attenti matrimoni riuscì ad integrarsi nella nobiltà jesina e molti dei suoi membri divennero importanti prelati dello Stato Pontificio. Cultori dell’arte in tutte le sue declinazioni, oltre che collezionisti di libri, venduti nel 1928 ad Adriano Colocci ed oggi dispersi, gli Honorati vantavano una quadreria ricca di più di 650 opere. Ne rimangono gli inventari, da cui sappiamo che possedettero opere di pittori eccelsi come Ludovico Carracci, Pietro da Cortona e persino Lorenzo Lotto, Tintoretto e Caravaggio. Molti gli affluenti proventi da tutta la regione. Chissà quanti jesini ancora non conoscevano le meraviglie di questo palazzo.
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