Una giornata memorabile nel ricordo di Sergio Romagnoli

Creato anche all’I.I.S. Galilei un Giardino dei Giusti

Là il mare è più bello, il piccolo libro commissionato da Doriana Romagnoli alla giornalista Michela Turra in occasione del ventennale dalla morte del fratello Sergio ucciso a Sao Tomè nel 1994 potrebbe accrescersi di altre pagine, con le ulteriori testimonianze e dichiarazioni su di lui emerse il 6 marzo nel corso degli eventi organizzati dall’I.I.S. Galilei di Jesi con il progetto denominato appunto “Un albero per Sergio”, ideato dalla professoressa Carla Tiberi. Durante la mattinata gli studenti delle sei classi aderenti al progetto hanno coinvolto insegnanti, visitatori ed allievi in laboratori e varie attività volte a far conoscere non solo l’ambientalista jesino, ma anche Moshe Bejski, presidente della Commissione dei Giusti tra le Nazioni di Yad Vashem e l’associazione Gariwo, una onlus milanese che si prefigge lo scopo di tramandare la memoria del bene per prevenire crimini contro l’Umanità. L’aula magna ha invece ospitato una performance teatrale ambientata lungo il corso del fiume Esino e nell’Oasi di Ripa Bianca, recital che si è alternato più volte nel corso della mattinata alla presentazione scientifica della stessa area protetta. Nell’atrio della scuola altri studenti hanno impersonato l’anima “parlante” di oggetti appartenuti a Sergio, come la sua bici, un binocolo, uno zaino e la macchina da scrivere, una vecchia Olivetti. Altri allievi invece hanno intervistato Doriana Romagnoli alla presenza di David Belfiori, direttore dell’Oasi di Ripa Bianca, di Rosario Licandro dell’Associazione “La strada di Sergio”, di Mirella Mazzarini, presidente dell’Unicef Marche, dell’assessora regionale Chiara Biondi e dell’assessore alla cultura del comune di Jesi Luca Brecciaroli. Sono intervenuti anche l’agronomo Amleto Fioretti e Nadia Serafini, Presidentessa del Lions Club di Jesi che ha offerto l’olivo piantato in ricordo di Sergio nel Giardino dei Giusti del Galilei. È stata scelto proprio un ulivo perché è un albero che per la sua maestosità e importanza viene considerato sacro dalle tre religioni monoteiste, ma rimane sempre umilmente a disposizione di tutti con i suoi frutti abbondanti e preziosi, qualità riconoscibili anche agli insegnamenti di Sergio, che ha mostrato con l’altruismo e la generosità che lo caratterizzavano come i sogni possano diventare realtà. La mattinata si è conclusa in un’aula magna gremita di studenti e docenti che hanno ancora reso omaggio a Sergio unendosi in coro per cantare due brani di musicisti da lui molto amati, Simon & Garfunkel e Rino Gaetano. Doriana Romagnoli ha dichiarato di essere rimasta entusiasta e sorpresa dall’intenso coinvolgimento degli studenti nel progetto, le cui attività sono state riproposte nel pomeriggio a Palazzo Bisaccioni con il coordinamento di Francesco Giuliani, uno studente della III A ba. L’ing. Paolo Morosetti, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi ha ricordato la grande sensibilità e le qualità di ricercatore scientifico di Sergio, mentre la sorella Doriana ne ha sottolineato altre prerogative, come la passione in tutto ciò che faceva, l’entusiasmo, l’onestà, l’intransigenza, il coraggio, la determinazione e la profondità delle conoscenze e competenze. «In questi ultimi cinque mesi il Galilei è stato per me come una bellissima famiglia, non me lo sarei mai aspettato. Mi sono trovata immersa in una fantastica atmosfera operativa, in cui gli studenti hanno mostrato molta sensibilità nel trattare temi delicati». Ed effettivamente è come se la famiglia di Sergio fosse riuscita ad allargarsi a tante generazioni. Molto interessante per comprendere ancora di più l’ambientalista jesino la poetica lettera da lui indirizzata all’ex fidanzata e composta nel rifugio Zilioli sui monti Sibillini il 4 luglio 1981. “Spero che la fotografia rimanga sempre la mia unica droga – scrive da quell’angolo di Paradiso – Come lavoro vorrei dedicarmi a qualcosa che faccia bene alla realtà. Sono io che devo cambiare la società, non voglio che sia lei a cambiare me. Voglio essere migliore dei miei genitori perché nel mondo ci sia più umanità.” Anche il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo si è complimentato con gli studenti, mentre Rosario Licandro ha presentato al pubblico le attività dell’Associazione “La strada di Sergio”, che si occupa dell’adozione a distanza di bambini albanesi, cui viene offerta un’istruzione di base, ma non solo. “Non ci occupiamo solo di finanziare la scuola dell’obbligo. Se vogliono proseguire, è una gioia.” – ha affermato una volontaria. E allora possiamo concludere con la considerazione che la famiglia di Sergio si è davvero allargata, anche oltre i confini italiani.