La nostra scuola: identità, insegnamenti e storia

La storia dell’istituto

L’attuale IIS “Galilei” nasce il 18 dicembre 1957 come sezione staccata della Scuola Statale di Magistero Professionale per la Donna di Macerata. Le classi, una Prima di 31 alunne e una Seconda di 7, sono ubicate provvisoriamente in due stanze poste all’ultimo piano dello stabile che ospita il teatro “Pergolesi” e successivamente vengono trasferite al primo piano dell’ex “Appannaggio”.

I docenti sono 7 e poi ci sono la Fiduciaria, che tiene i collegamenti con l’Istituto maceratese, e una ausiliaria.

Le ore settimanali sono 35, di cui 12 destinate ad Economia domestica ed esercitazioni pratiche (biancheria, sartoria, ricamo, rammendo, lavoro).

Il 1° ottobre 1961, con Decreto Ministeriale, l’Istituto Tecnico Femminile ottiene il funzionamento autonomo e avrà come preside fino al 1972 (salvo una breve parentesi dal 1966 al 1968 del prof. Alfredo Tomasello) la prof.ssa Alda Marasca, affiancata per alcuni anni da un Consiglio Governativo e dal 1964 da un Consiglio di Amministrazione.

Alla prof.ssa Marasca seguiranno Giuseppe Martinez (1973 – 1977), Vittorio Massaccesi (1978), Vittorio Traini (1979), Piergiorgio Magnanelli (1980 – 2002), Maurizio Silvestrelli (2003), Bruna Aguzzi (2003 – 2006), Giancarlo Baldetti (2007 – 2008), Annarita Durantini (2008-2012), l’ing. Floriano Tittarelli (2012-2019) e l’attuale Dirigente Scolastico Prof. Luigi Frati.

Nel marzo del 1962, essendo il numero delle alunne aumentato notevolmente, (le iscritte sono 117) l’I.T.F. si trasferisce nei locali di Piazza Oberdan, occupati fino a poco tempo prima dal Liceo Scientifico. Ma appena tre anni dopo, per un calo vertiginoso delle iscrizioni, l’Istituto iesino rischia di essere assorbito dall’omonimo Istituto anconetano.

Fortunatamente la crisi viene presto superata, tanto che addirittura nel 1971 viene proposto al sindaco di Fabriano di aprire in quella città una sezione staccata del nostro I.T.F., proposta che non avrà, però, seguito.

Intanto, in seguito all’introduzione dei Decreti delegati (legge 31 marzo 1974) il 14 marzo 1975 si costituisce il primo Consiglio di Istituto dell’I.T.F..

Il 1977 è l’anno della svolta: il preside Martinez, con il voto unanime del Collegio dei Docenti e del Consiglio di Istituto, nel mese di marzo avvia la pratica per un progetto di sperimentazione, che viene autorizzata, come previsto dal D.M. 419, con un telegramma del 17 novembre dello stesso anno. Ciò consente al nuovo preside, Vittorio Massaccesi, di avviare già dal 1° dicembre dell’anno scolastico 1977 – 78 la sperimentazione che prevede, dopo un biennio comune, due indirizzi, il Tecnico per l’abbigliamento e lo Psico – socio – sanitario (che successivamente si dividerà in Servizi Sociali e Biologico – sanitario) con la struttura del Triennio ampiamente modificata rispetto agli anni precedenti.

Tra la soddisfazione generale del nuovo preside Vittorio Traini, dei docenti, dei genitori, degli alunni, dell’Amministrazione comunale e del Consiglio scolastico distrettuale, viene accolta dal M.P.I. la richiesta di rinnovo della sperimentazione per l’anno successivo e le iscrizioni al primo anno salgono a circa un centinaio, creando inevitabilmente problemi di spazio, motivo per cui vengono acquisiti i locali dell’ex scuola elementare San Martino adiacenti all’I.T.F., mentre l’intero indirizzo Tecnico per l’Abbigliamento viene trasferito all’ex villa vescovile di Montecappone, alla periferia di Jesi.

Il 1978 vede l’arrivo di uno sparuto gruppo di ragazzi, dopo che il M.P.I. ha risposto positivamente al quesito inviato dal Consiglio di Istituto, che riteneva ormai immotivato il divieto di iscrizione ai maschi che intendevano frequentare il Triennio sperimentale.

Con l’anno scolastico 1979/1980, con la presidenza di Piergiorgio Magnanelli, prende l’avvio un nuovo progetto sperimentale con tre indirizzi: il Tecnico per l’Abbigliamento, il Biologico – sanitario, e i Servizi Sociali, che consentono di conseguire, rispettivamente, la maturità Tecnica industriale, la maturità Scientifica e la maturità Magistrale comprensiva del quinto anno integrativo.

Cinque anni dopo (a.s. 1984/1985) i docenti sono di nuovo al lavoro per preparare un piano completo di ristrutturazione dei tre indirizzi sperimentali che ottiene dapprima un placito del M.P.I., e successivamente dei tanti ispettori ministeriali mandati a verificare la realizzazione complessiva del progetto.

Grazie, dunque, all’impegno dei docenti e alla loro volontà di operare per il bene degli studenti e delle loro famiglie, trovando sempre nuove energie e nuove idee per un costante rinnovamento, il nostro Istituto si conferma sempre più negli anni una scuola aperta e moderna, attenta ai problemi della società.

Ma è una mente viva in un fisico decrepito, come dimostra il crollo di un soffitto di un’aula nella sede centrale (Piazza Oberdan), nel marzo del 1994, in seguito al quale l’edificio dovrà essere sgomberato e l’anno scolastico sarà portato a termine in varie sedi di fortuna.

L’anno successivo, grazie all’intervento dell’Amministrazione Provinciale, vedrà tutte le classi riunite nell’attuale sede di Viale del Lavoro, dove alunni e docenti, sotto la direzione dapprima del prof. Magnanelli, poi del prof. Silvestrelli, della dott.ssa Aguzzi e della prof.ssa Durantini, dell’ing. Tittarelli  hanno continuato e continuano tuttora con la direzione del Prof. Luigi Frati, la loro attività in una atmosfera serena e cordiale, che vede al primo posto la centralità degli alunni, intesi come persone prima che come studenti, con la consapevolezza da parte dei docenti che fare scuola significa prima di tutto crescere insieme con i propri allievi.

Ecco, questa è la storia del nostro Istituto, all’inizio semplice I.T.F. senza neppure un nome, poi I.T.F. Statale, poi I.T.F. “Galilei”, successivamente ITAS “Galilei”, ed oggi I.I.S. “Galilei” con i corsi Biotecnologie Ambientali, Sanitarie, Sanitarie e della nutrizione e Liceo delle Scienze Umane opzione Economico sociale, pronti a rispondere alle nuove esigenze degli alunni, delle famiglie, della società.

 

Il contesto dell’Istituto

L’I.I.S. Galilei di Jesi si propone ad un bacino d’utenza che va dalla zona montana del fabrianese (Arcevia, Sassoferrato) e quella del maceratese (Cingoli, Apiro) alla foce della vallata dell’Esino,  abbracciando sia ad est sia ad ovest tutta la ricca e popolata Vallesina e Val Misa nelle quali sono ubicate entità lavorative interessate ai corsi di studio proposti.

L’ambiente socio-culturale di provenienza degli studenti è variegato, dal mondo operaio, impiegatizio, imprenditoriale e commerciale a testimonianza delle diversità socio-economiche presenti nel nostro territorio.

La presenza della nota fitta rete di piccole e medie aziende produttive che caratterizza il territorio marchigiano, toccata ma non lesa dalla crisi economica generale del Paese, il sistema dei servizi a sostegno delle imprese, quelle del terzo settore e quelle riferite alle più moderne tematiche della salute e dell’ambiente, pongono il nostro istituto in una posizione di costante riferimento per la formazione ed il reperimento di figure professionali da parte del mondo del lavoro.

Come si può facilmente comprendere, la struttura dell’utenza, la sua provenienza e la conformazione del territorio pongono problemi specifici che gravano sull’organizzazione dell’offerta formativa, anche in considerazione del forte pendolarismo degli studenti, associata alla obiettiva difficoltà di armonizzare i servizi di trasporto pubblico con gli orari scolastici delle singole realtà. Tuttavia si è cercato di articolare i piani di studio, gli orari settimanali e le attività extrascolastiche, in modo da consentire a tutti gli studenti un agevole stare a scuola conciliato con le esigenze di raggiungere le proprie sedi di residenza.

L’aspetto organizzativo, in un contesto generale caratterizzato da forti spinte innovative e riformatrici (dimensionamenti, riforma cicli, autonomia, etc.), continua ad essere uno degli elementi di successo della nostra attività scolastica da sempre protagonista del cambiamento (da ricordare che da oltre trenta anni ha vissuto la cd “sperimentazione”).

Nella nostra realtà operativa si è condivisa l’esigenza di affrontare la complessità delle problematiche esistenti con un’impostazione sistemica delle azioni da intraprendere finalizzata ad affrontare le innovazioni con una serie coordinata di interventi, mirati, comunque, a cogliere il meglio delle esperienze e delle professionalità maturate all’interno dell’istituto.

L’indirizzo delle Biotecnologie risponde adeguatamente alle nuove emergenze di professionalità nel campo dell’ambiente e della biotecnologia sanitaria, preparando un diplomato in grado di proseguire gli studi universitari e di collocarsi nelle strutture ospedaliere, centri di ricerca, laboratori analisi, ecc. presenti nel territorio, con competenze operative tecno-scientifiche di alto livello.

Il diplomato all’indirizzo “Economico-sociale” può riferirsi a quel complesso sistema relativo ai servizi socio-assistenziali (centri diurni, residenziali, per disabili, per bambini, case di riposo, servizi degli enti locali. ecc.) sempre più presenti nel territorio e considerati dalla collettività e dalle istituzioni. L’approfondita preparazione nel campo giuridico economico consente ai diplomati di inserirsi nelle piccole e medie aziende con mansioni di coordinamento e gestione delle risorse umane nonché di proseguire gli studi anche nel settore giuridico-economico.

Tale realtà favorisce il clima di apertura e di collaborazione del Territorio con il mondo della scuola. Per attivare la progettualità ed una didattica finalizzata ad una piena rispondenza con la realtà lavorativa, la scuola interagisce con varie Istituzioni territoriali, dei Comuni in cui opera, con le università e gli enti dei vari settori di riferimento. Questa collaborazione, oltre a rendere l’offerta formativa più moderna e spendibile, potenzia il legame culturale e sociale del Territorio, permettendo di promuovere la crescita del senso civico di appartenenza.

In riferimento a tale scenario, la scuola ha continui rapporti di collaborazione con enti, associazioni, scuole, università, esperti dei settori di riferimento con i quali formalmente attiva convenzioni di durata pluriennale o associazioni temporanee di scopo.

Di seguito alcuni soggetti con i quali si sono condivisi progetti ed obiettivi formativi ed educativi:

CIOF di Jesi, COOSS MARCHE, OIKOS, Centro Studi Montessoriano, Scuole per l’infanzia, primarie e secondarie del primo ciclo del distretto, asili nido, UNICEF, Amministrazioni Comunali della Vallesina, Università di Ancona, Camerino, Macerata, ASUR, Case di cura private, Case di riposo di Jesi e della Vallesina, Farmacie, Studi veterinari, Studi medici, Laboratori analisi del territorio, DIATECH, IGIENSTUDIO, ASSAM sede di Jesi, Loccioni Group, Sogenus, Multiservizi s.p.a., Sereco, Praugest, ecc…

Come indicato nel D.P.R. 15 marzo 2010 – Regolamento per il riordino degli istituti tecnici. Linee guida per la costituzione del Comitato tecnico-scientifico (CTS) è stato recentemente attivato il CTS del Galilei.

L’ art.5, comma 3, lettera d) del regolamento suddetto prevede che gli istituti tecnici “possono dotarsi, nell’esercizio della loro autonomia didattica e organizzativa, di un comitato tecnico-scientifico, senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica, composto da docenti e da esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e tecnologica, con funzioni consultive e di proposta per l’organizzazione delle aree di indirizzo e l’utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità…..”.

Sono previsti rappresentanti del mondo del lavoro dei due settori di riferimento, rappresentanti degli enti e delle istituzioni del territorio, oltre ai referenti dell’istituto (dirigente, collaboratori, docenti, ATA).

 

L’identità dell’Istituto

SCELTE FORMATIVE DELL’ISTITUTO

Il Galilei caratterizza la sua offerta formativa con un’azione didattica mirata al raggiungimento di una preparazione polivalente, propedeutica alle successive fasi di specializzazione, tenendo conto che le competenze e le conoscenze oggi richieste devono essere flessibili e dinamiche, perché possano facilmente essere utilizzate e perfezionate.

Due sono i punti di forza dell’Istituto:

  • attenzione alla sfera della comunicazione, intesa come mezzo fondamentale per veicolare saperi ma anche come strumento indispensabile per interpretare la società. A tal fine è necessaria un’integrazione continua e complessa della parola, del testo e di tutti gli altri media. In questo modo viene promosso l’arricchimento delle conoscenze, si sviluppano le abilità e le competenze, infine si facilitano gli apprendimenti.
  • attenzione ai bisogni degli allievi e delle famiglie attraverso:
  • la creazione di un clima di comunicazione e condivisione di valori da parte di tutte le componenti della comunità scolastica,
  • la volontà di intervenire sui problemi dell’insuccesso scolastico,
  • la disponibilità ad offrire consulenza educativa alle famiglie,
  • lo sviluppo delle motivazioni degli alunni che sono la sola garanzia di una crescita autonoma e progressiva.

FINALITA’ FORMATIVE DELL’ISTITUTO

L’insieme delle scelte delineate costituisce un quadro di riferimento nel quale si colloca l’azione educativa che ha come finalità fondamentali quelle di acquisire:

  • una competenza progettuale, che ponga in condizione di saper avviare anche interventi di tipo sperimentale,
  • una competenza tecnica, che consenta di impiegare strumenti e adottare efficacemente metodologie che coinvolgono la più ampia rete possibile di risorse,
  • una competenza gestionale, consapevole del valore fondamentale di concetti come: efficienza, efficacia, economicità, qualità, risorse, diritti,
  • una competenza culturale, che tenga conto del valore della conoscenza come fondamento di ogni azione ma anche come patrimonio della persona,
  • una competenza sociale, che permetta di interpretare le relazioni umane come fondamento costitutivo di ogni valore culturale, politico, lavorativo, nel rispetto della pluralità,
  • una competenza comunicativa, che consenta di autorappresentarsi ma anche di intendere ogni possibile rappresentazione del mondo.

Si delinea così, a fine quinquennio, la figura di un soggetto capace di mobilitarle sue risorse ma anche quelle della comunità, in riferimento ad attività professionali, civili e culturali.

LA DIDATTICA LABORATORIALE

I molteplici aspetti dell’attività di laboratorio scientifico si possono ricondurre a due tipologie:

La prima è la “PRATICA DI LABORATORIO”; la seconda è lo “STUDIO DI FENOMENI”, ovvero “LA SCIENZA IN LABORATORIO”.

  • La didattica che si richiama alla “pratica di laboratorio” è incentrata sull’aspetto puramente applicativo di principi e leggi scientifiche. Si limita ad eseguire esperienze applicando protocolli noti e codificati, senza richiedere allo studente i necessari ed indispensabili apporti personali. Tutto il percorso scientifico su cui è basata l’esperienza, passa in secondo piano a favore di quello tecnico, perché lo scopo principale è ottenere dei risultati in forma numerica, grafica o altro, da utilizzare in ulteriori applicazioni. L’alunno si trova di fronte ad un protocollo da eseguire con del materiale in massima parte già predisposto o che richiede un marginale proprio intervento. Gli viene richiesto un comportamento più manuale e ripetitivo che problematico; si può constatare al massimo una problematicità tecnica ma non veramente scientifica.
  • Il considerare la didattica di laboratorio come “studio di fenomeni”, ovvero “la scienza in laboratorio” considera il laboratorio come strumento culturale al servizio di alunni ed insegnanti, che permetta di costruire un modo di essere e di pensare e di apprendere la “mentalità” ed il “metodo scientifico”. Il laboratorio, come spazio fisico, non è più al centro dell’attenzione; è solo il contenitore dove si “conducono esperimenti scientifici”, dove cioè “si fa scienza”; l’esperimento diventa il vero centro e soggetto della didattica, come originale metodo di studio. Permette sia agli studenti che agli insegnanti di interagire con propri apporti personali perché gli esperimenti non sono semplice esecuzione tecnica di protocolli, ma rappresentano proposte di studio di fenomeni che richiedono un progetto articolato e dialettico, anche traversale ad altre discipline. L’attività di laboratorio si identifica con l’esperimento scientifico, con il fare scienza ed il suo fine è costruire concetti, principi, leggi, modelli interpretativi ed utilizzare questi per studiare altri fenomeni; si privilegia l’approfondimento scientifico della conoscenza piuttosto che la quantità degli esperimenti da realizzare. In questo percorso trovano spazio anche la critica, il ripensamento e la revisione; il percorso assomiglia ad tunnel dove a mano a mano che ci si inoltra diventano più netti e circoscritti i contorni perché si intravedono correlazioni, analogie, regolarità di comportamento; ed alla fine emerge e prende forma il concetto, il principio scientifico o la legge che così diventa conoscenza. La applicazione delle nuove conoscenze acquisite rende consapevoli delle loro potenzialità e dei loro limiti, di come agiscono ed interagiscono per risolvere problemi e/o studiare altri fenomeni.